Il Potere Curativo di Acqua e Sale

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Il Potere Curativo di Acqua e Sale 
Per disintossicarsi, depurarsi, rigenerarsi con il più naturale degli elementi

Il Punto d’Incontro Edizioni
Libro – Pagine 172
Formato: 12×17
Anno: 2009

L’acqua e il sale possono aiutare a combattere ogni tipo di problema, e nella lotta contro le rughe o per la rigenerazione cellulare sono la scelta migliore. Sulla base della sua lunga esperienza, Gabriele Zimmermann presenta preziosi suggerimenti pratici per curare disturbi comuni, ma anche per preservare la giovinezza, l’avvenenza e la salute, sia fisica che mentale.

Autoguarigione con i poteri del mare primordiale: l’acqua e il sale quali elementi fondamentali per preservare e migliorare la salute, la bellezza e la vitalità.
L’acqua e il sale possiedono incredibili proprietà terapeutiche che non sono ancora state completamente codificate. Si sa che nel trattamento dei problemi della pelle i cristalli di sale e l’acqua arricchita di energia sono benefici, ma questo non è il loro unico campo di applicazione: le proprietà disintossicanti e depurative costituiscono solo una parte del loro potere curativo.

Gabriele Zimmermann è nata nel 1963 e lavora a Monaco come naturopata. È specializzata nella cura con l’acqua e il sale, in fisioenergetica, chinesiologia psicologica, consulenza nutrizionale e terapia cranio-sacrale.

Interessante e maneggevole libro che dà una chiara ed esauriente spiegazione del ruolo insostituibile che acqua e sale hanno sul nostro corpo e delle loro molteplici proprietà terapeutiche. Le capacità disintossicanti e depurative, applicate in diversi settori, costituiscono solo una parte del grande potere curativo che hanno. L’acqua e il sale possono aiutare a combattere ogni tipo di problema che riguarda il corretto funzionamento del nostro corpo e, soprattutto, prevengono la formazione di malattie e disturbi. Per questo è importante conoscere a fondo questi due elementi e saperli usare insieme nel modo migliore. In questo libro Gabriele Zimmermann, forte della sua lunga e riconosciuta esperienza, presenta preziosi suggerimenti pratici per curare disturbi comuni, ma anche per preservare la giovinezza, l’avvenenza e la salute, sia fisica che mentale.

Descrizione

Il sale: il mediatore tra energia e materia

Il sale è l’ultima forma di materia che rimane quando la vita biologica si dissolve e diventa strutturalmente più sottile. Già oltre un secolo fa, il medico tedesco Wilhelm Schùssier, ideatore della terapia ai sali Schùssler, fornì la prova che la cenere che si ottiene dalla cremazione dei cadaveri umani non è che l’insieme dei sali di cui il corpo è costituito. Sale è però anche il residuo ultimo della combustione dei rifiuti nei moderni inceneritori. Naturalmente a nessuno verrebbe in mente ingerire il sale che proviene dai prodotti di scarto, ma ciò non toglie che si tratti di sale a tutti gli effetti.

L’uomo primitivo sapeva, come lo sanno gli animali, che il sale gli era vitale. Perciò custodiva i luoghi in cui esso veniva trovato come se fossero stati scrigni di preziosi tesori. Più tardi, il sale si conquistò l’appellativo di “oro bianco” e diventò causa di lotte di potere e di guerre. llmpero Romano addirittura pagava i suoi mercenari con il sale: di questo costume si trova oggi traccia nel vocabolo “salario”. In realtà, per la sopravvivenza degli uomini, il sale contava più dell’oro.

La parola “sale” ricalca il latino “sai” e deriva da “sol” che in tedesco è sinonimo di “Sole”, e significa “acqua salsa” o “soluzione salina”, ma sta anche per “il sole”, cioè la stella attorno a cui gravita il nostro sistema planetario. Nel suo significato sia comune che mitologico, la “sole”, la soluzione salina, è quindi “luce solare liquida”, energia luminosa liquida, incorporata in una struttura geometrica in grado di creare la vita e di conservarla. Anche le parole ci portano a comprendere da dove proviene la vita: dalla “sole”, la soluzione idrosalina del nostro mare primordiale.

Nella voce celtica “Hall”, il cui significato è “sale”, si percepisce ìnche un’assonanza con la parola “heil” che designa ciò che è sacro o santo, come nel caso delle sorgenti sacre e dell’acoua santa. Per i Celti, il vocabolo “Hall” aveva un’altra eccezione: indicava infatti anche un certo tipo di “suono”, cioè un effetto acustico con un lungo riverbero, insomma ciò che chiamiamo “vibrazione”.

Se avessimo conservato questo antico significato, oggi invece di dire “hai bisogno di sale?” chiederemmo “hai bisogno di vibrazione?”.

E’ possibile che i Celti già allora sapessero che il sale ha in sé tutti gli elementi, ovvero che in esso sono presenti tutte le vibrazioni individuali e quindi anche tutte le frequenze di ogni singolo elemento? Che sia questa la ragione per cui la parola “Hall”, intesa come vibrazione, suggeriva ciò che è sacro e santo? Forse perché chi era affetto da una malattia, cioè da un deficit energetico, poteva, con un dono di “Hall”, colmare ogni carenza. La mancanza di una frequenza, dunque di una specifica informazione, energia o forza vitale, si può colmare dal punto di vista energetico e biofisico assumendo del sale. Ancora oggi in geologia il sale cristallino puro viene denominato con il termine “halite” in cui indoviniamo di nuovo la parola celtica “Hall”, vibrazione, e l’assonanza con “Lit”, luce. Parafrasaio liberamente, il sale cristallino, ovvero l’halite, è quindi “luce vibrante” o “vibrazione luminosa”.

La struttura del sale 

Proprio come l’acqua, il sale possiede una struttura cristallina ben precisa. A differenza di quella dell’acqua, che è un tetraedro, la struttura reticolare del sale è
 cubica.

Questi cubi ospitano i quanti di luce denominati fotoni,
ossia energia pura. L’energia luminosa del sole, che più di 250 milioni di anni fa riscaldava il mare primordiale, è immagazzinata nel corpo platonico costituito dal reticolo cristallino, come forma di energia potenziale.
Aggiungendo acqua al sale,
 si vincono le forze del reticolo, si libera l’energia che va a ionizzare gli elementi contenuti nel sale cristallino e si dà origine a un vero e proprio mare di energia pronto a generare vita o a conservarla

La capacità di trasformazione del sale 

Dal punto di vista scientifico il sale ha una capacità singolare. A differenza di tutte le altre strutture cristalline, la costruzione atomica del sale non è molecolare ma elettrica. Questa prerogativa conferisce al sale la capacità di trasformarsi.

Un cristallo di rocca immerso in un bicchiere d’acqua, dopo dieci minuti continuerà ad essere lo stesso cristallo perché la sua conformazione molecolare cristallina non gli consentirà variazioni. Il cristallo trasmetterà all’ambiente liquido circostante la sua energia, le sue frequenze, e l’acqua le accoglierà. Ciononostante, come abbiamo detto, il cristallo di rocca rimarrà tale, perché troppo legato alla materia per abbandonare la sua polarità e sciogliersi nell’acqua.

Un cristallo di sale immerso nell’acqua, invece, si scioglierà e produrrà la soluzione idrosalina, una dimensione energetica superiore che non è né sale né acqua. Facendo successivamente evaporare la soluzione otterremo nuovamente sale. Questo elemento non deve essere metabolizzato dal nostro corpo proprio per la sua capacità di trasformarsi autonomamente. L’assimilazione di altre sostanze comporta invece l’onere della loro trasformazione: l’amido va convertito in glucosio, la proteina in aminoacidi, il grasso in glicerina e acidi.

Il sale rimane sempre sale e, in soluzione, cioè in forma ionizzata, è immediatamente utilizzabile dal nostro organismo
. A differenza degli altri alimenti, che per essere utilizzabili devono essere scomposti nei singoli costituenti, il sale è invariabile nella forma in cui si rende disponibile e raggiunge il nostro cervello proprio come soluzione idrosalina.

Nessun pensiero e nessuna azione senza sale 

Noi viviamo grazie ad impulsi bio-elettrici che sono trasmessi attraverso l’acqua interna di fibre, nervi, ecc. ed alla conducibilità elettrica di questa, che è determinata dalla sua struttura molecolare e dalla presenza di sale disciolto.

Il nostro corpo ha bisogno di sale per compiere ogni minima azione, ha bisogno cioè che gli elementi che esso contiene siano disponibili in forma ionizzata. Se si prende un cavo elettrico a due fili e lo si collega con una spina da una parte e un porta lampade con lampadina dall’altra, si taglia uno dei due fili in un punto lungo il cavo e si spelano le estremità dei tronconi, si immerge questo tratto di cavo nell’acqua distillata e si inserisce la spina nella presa, la luce non si accende. Se si scioglie del sale nell’acqua la lampadina si accende. Perciò senza sale (e acqua) non possiamo vivere.

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