Ginkgo Biloba Max 90 cps
€ 29,90
Il ginkgo biloba è uno dei rimedi naturali maggiormente studiati ed i suoi principi attivi comprendono le seguenti possibili azioni: elevato potere antiossidante; aiutare alla circolazione sanguigna; contro le affezioni delle vie respiratorie; migliorare l’afflusso di sangue al cervello e favorendone la concentrazione, la memoria e la crescita intellettiva.
Descrizione
Ginkgo Biloba Max 90 cps
NON CONTIENE AMIDO-GLUTINE-LATTOSIO-ZUCCHERO-SALE-AMIDO
Estratto secco titolato e standardizzato al 24% di Flavoglicosidi con un minimo del 10% di quercitina.
Indicazioni: elevato potere antiossidante contro la tossicità dei radicali liberi; aiuto alla circolazione sanguigna (indicato nel dare sollievo a vene varicose); benefici contro tosse, allergie, asma, bronchite e altre affezioni delle vie respiratorie; miglioramento dell’afflusso di sangue al cervello, aiuta la concentrazione, la memoria e stimola la crescita intellettiva.
Controindicazioni: controindicato nelle turbe della coagulazione: somministrare sotto controllo medico a pazienti in terapia anticoagulante o antiaggregante piastrinica, a epatopatici, in gravidanza e allattamento. potrebbe dar luogo a manifestazioni allergiche in soggetti predisposti.
Posologia: 1 cpr al giorno da deglutire con acqua. Se si stanno assumendo coagulanti o antiaggreganti piastrinici, consultare il medico prima di assumere questo prodotto. Si sconsiglia l’uso del prodotto in gravidanza e durante l’allattamento.
Ingredienti: Ginkgo Biloba foglia (estratto 1:50) 40 mg equivalente a 2.000 mg di erba naturale non raffinata, addensante:cellulosa microcristallina, fosfato di calcio, carbossimetilcellulosa di sodio antiagglomeranti: acido stearico purificato, magnesio stearato vegetale.
Avvertenze: con l’impiego di estratti non purificati e ad alti dosaggi si possono determinare disturbi a carico dell’apparato digerente, con nausea, vomito, diarrea e cefalea, specie per assunzione del frutto.
Erbe antagoniste: aglio, salice, interazioni o incompatibilità aspirina papaverina warfarin.
ll Ginkgo Biloba può fermare l’ischemia
La teoria scientifica che sostiene l’utilizzo del Ginkgo biloba nella prevenzione dei danni cerebrali, causati da un’ischemia, ha trovato un nuovo sostegno scientifico. E’ di qualche settimana fa, infatti, la pubblicazione sulla rivista medica Stroke di un lavoro scientifico svolto da ricercatori della Johns Hopkins University di Baltimora (Usa). Sia pur ancora sperimentale, lo studio aggiunge un nuovo tassello alla possibile applicazione terapeutica del ginkgo nel trattamento dell’ischemia cerebrale.
Pur essendoci ancora un ampio spazio tra “cervelli sperimentali” e quelli degli esseri umani, i risultati ottenuti in questo studio suggeriscono che altre sperimentazioni garantirebbero i benefici effetti protettivi del ginkgo. A sostenere ciò è il dottor Sylvain Dorè, del Dipartimento di Anestesia e Medicina d’urgenza della Hopkins University che afferma: “Se ulteriori studi confermeranno quanto abbiamo visto noi, potremo raccomandare quotidianamente – come misura preventiva contro il danno cerebrale – una dose di ginkgo a tutte quelle persone che presentano un elevato rischio ischemico”.
Ricordo che i danni alle cellule cerebrali conseguenti a una ischemia (che comporta una privazione del sangue) sono anche derivati dai radicali liberi. Il Ginkgo biloba è un grande albero originario della Cina orientale e considerato un antichissimo fossile vivente.
I componenti attivi principali (nella pratica medica si adoperano le foglie) sono i ginkgo lidi e il bilobalide che migliorano la tolleranza delle cellule cerebrali all’ipossia (carenza di ossigeno) attraverso l’aumento del flusso sanguigno cerebrale, con un meccanismo legato alla vasodilatazione delle arterie. Il ginkgo, inoltre, ha attività antiossidante, debolmente antinfiammatoria e con un fattore di inibizione piastrinica.
Il ginkgo, che pare risulti utile nel rallentare la progressione della Demenza di tipo Alzheimer, va usato solo dietro indicazione medica e non dovrebbe essere utilizzato nelle 36-48 ore che precedono un intervento chirurgico.
Gli estratti non dovrebbero contenere acido ginkgolico perché potrebbe aumentare il rischio di reazioni allergiche.
L’uso del ginkgo biloba, inoltre, potrebbe creare pericolose interferenze con farmaci quali gli Inibitori delle monoaminossidasi (Imao), adoperati come antidepressivi. Altre pericolose interferenze possono avvenire con gli antipsicotici, il trazodone (usato nelle depressioni) con l’insulina e in particolar modo i farmaci anticoagulanti.
By Roberto Suozzi – Tratto da repubblica.it – Nov. 2008
Ginkgo Biloba, un rimedio naturale contro infiammazioni e dolore
(fonte: medicinalive.com)
L’estratto di Ginkgo Biloba potrebbe essere un efficace rimedio naturale per alleviare il dolore e alcuni tipi di infiammazione. Lo sostiene una ricerca ancora in corso, della della Glasgow Caledonian University, diretta dalla dottoressa Sharron Dolan e pubblicata da “Anesthesia and Analgesia”.
Le proprietà fitoterapiche del Ginkgo biloba sono note da millenni. Le foglie, infatti, sono ricche di flavonoidi, quercitina, catechine, tutti preziosi antiossidanti in grado di combattere i radicali liberi, una delle maggiori insidie per la salute. Se prodotti in eccesso, infatti, accelerano i processi di invecchiamento, favorendo la comparsa di patologie anche gravi.
I flavonoidi, inoltre, svolgono un’azione benefica a tutti i livelli del sistema circolatorio, aumentando il tono venoso, ma anche la circolazione cerebrale. Non è un caso, infatti, che venga consigliato ai giovani per migliorare la memoria e agli anziani per prevenire il morbo di Alzheimer e la demenza senile.
Secondo gli esperti, la pianta avrebbe un ulteriore merito, avrebbe, infatti, un’azione molto simile a quella dei farmaci analgesici. Il team di studiosi, per testare le qualità del Ginkgo, ha ottenuto un estratto chiamato EGb 761, e ha selezionato alcuni topi da laboratorio, dividendoli in 2 gruppi. Il primo, ha ricevuto un FANS (farmaco antinfiammatorio non steroideo), comune nelle terapie contro artrite e patologie simili. Il secondo gruppo, invece ha ricevuto l’estratto di Ginkgo Biloba.
Le sostanze, sono state somministrate in modo diverso, il FANS attraverso iniezione centrale nel canale spinale, mentre l’EGb 761 attraverso un’iniezione locale. I risultati dell’esperimento, hanno dimostrato come i topi trattati con il Ginkgo biloba mostrassero una diminuzione significativa del dolore, oltre che del gonfiore. L’EGb 761, perciò, ha avuto la stessa efficacia del comune analgesico.
Chiaramente, la validità del trattamento sugli esseri umani, è ancora tutta da dimostrare. L’esito della ricerca, però lascia ben sperare, perché potrebbe aprire la strada all’utilizzo di questo rimedio naturale in sostituzione dei classici farmaci antinfiammatori.
STUDI CLINICI CHE DIMOSTRANO LE VIRTU’ DEL GINKGO
Studi condotti negli Stati Uniti dal dottor Jerry Cott, psicofarmacologo e direttore del programma di ricerche farmacologiche dell’ Istituto nazionale di igiene mentale, hanno dimostrato che questa pianta sia in condizione di ritardare piccoli ictus, la perdita della memoria e delle capacità mentali caratteristiche dell’ Alzheimer.
Il dottor Turan Itil, docente di psichiatria al Medical Center della New York University e autorevole esperto di farmacologia del cervello, ha testato l’estratto di ginkgo su trecento pazienti e ha notato che i tracciati elettroencefalografici (EEG) dimostravano una elevata attività farmacologica a livello cerebrale. Utilizzando sempre l’ EEG. il dottor Itil ha confrontato il tracciato di pazienti trattati con ginkgo con quello di altri pazienti trattati con il tacrine (farmaco anticolinesterasico, impiegato nella demenza presenile di Alzheimer) e ha notato che i profili erano analoghi, ma il ginkgo provocava funzione cerebrale tre volte superiore. L’attività delle onde cerebrali alfa aumentava dopo tre ore dalla somministrazione nel 66 per cento dei soggetti trattati con 240 milligrammi di Ginkgold (prodotto tedesco denominato anche “attivatore dell’apprendimento”).
Il dottor David Snowdon dell’Università del Kentucky sostiene che la pianta stimoli il metabolismo degli zuccheri nel cervello, aumentando le energie e flusso sanguigno a livello cerebrale. Scoprì che la causa della perdita della memoria era derivata da piccoli ictus; usando quindi il ginkgo che essendo un forte antiaggregante piastrinico migliorò la condizione clinica dei suoi pazienti.
Studi tedeschi dell’Università di Berlino hanno sperimentato il ginkgo su 222 soggetti cui era stata diagnosticato Alzheimer lieve o moderato oppure demenza causata da piccoli ictus. Per circa sei mesi i pazienti furono trattati con 240 milligrammi di estratto di ginkgo oppure con placebo. I pazienti che furono trattati con la pianta migliorarono rapidamente rispetto a quelli che avevano assunto il placebo, avvertendo soltanto leggeri effetti collaterali, tipo nausea, mal di testa o lievi disturbi allo stomaco.
Il dottor B. Hofferberth su Human Psychopharmacol ha descritto lo studio effettuato su 40 pazienti trattati con placebo o con la somministrazione di 80 milligrammi di ginkgo per tre mesi annotando il netto miglioramento del flusso cerebrale nei pazienti trattati con la pianta.
Altre analisi fornite soprattutto da studi francesi hanno dimostrato l’attività farmacologica del prodotto e la buona tollerabilità
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