Acqua e Sale

 17,50

Barbara Hendel Peter Ferreira
Acqua e Sale 

Inesauribile fonte di vita
Un dono della natura per la nostra salute
 

Pagine: 232 – Formato 17×24
Macro Edizioni

Prima edizione: Gennaio 2001. Ripubblicato: agosto 2012
Revisione del 22 Novembre 2012 

Questo libro, oltre che un’iniziazione alle recenti scoperte sulle più segrete capacità della natura, è un’introduzione al sorprendente mondo dei due elementi primigeni: l’acqua e il sale. Gli esempi pratici esposti insegnano a usare l’acqua e il sale per: riacquistare la salute o mantenerla, contribuire al proprio benessere, ritrovare il proprio equilibrio psicofisico, ampliare la propria consapevolezza, attingere a una fonte di energia inesauribile.

Barbara Hendel, laureata in medicina all’Università Ludwig-Maximilian di Monaco di Baviera, in Germania è considerata una delle più eminenti terapeute nel campo della medicina olistica. Dal 1993 dirige un day hospita in cui segue metodi bioenergetici sia nella diagnosi, sia nella terapia.

Peter Ferreira,
 biofisico, conduce attualmente un’indagine scientifica sulle interazioni biofisiche tra gli elementi acqua e sale. Nell’ambito di questa, rappresenta, come direttore, l’Istituto di Ricerca Biofisica in Germania, Austria e Svizzera. Spesso ospite di trasmissioni televisive e conferenze specialistiche è divenuto un personaggio molto noto nel suo settore.

Questo è probabilmente il libro più accreditato e citato quando si parla dei due elementi primigeni della vita, cioè l’acqua e il sale. La dott.ssa Hendel viene ritenuta una delle voci più autorevoli in questo argomento, grazie ai suoi numerosi studi e alla continua divulgazione, perché tutti possano conoscere, riflettere e scegliere ciò che è migliore per la propria salute.

Il libro è diviso in due parti: nella prima sezione viene spiegato in modo chiaro e semplice la differenza tra i vari tipi di acqua e i vari tipi di sale e come le loro informazioni possano facilitare o rendere difficoltosa la nascita e l’evoluzione della vita. Nella seconda sezione si parla in modo ampio e pratico di come impiegare l’acqua e il sale per riacquistare la propria salute e saperla mantenere.

Acqua e sale sono molto più che semplici elementi della natura o mere formule chimiche. Dopo anni di studi e analisi, sono raccolte in questo volume le conclusioni di una coppia di ricercatori sugli effetti terapeutici di questi due costituenti primigeni dell’universo.

In un linguaggio divulgativo comprensibile a tutti, si trovano qui illustrate le ultime conoscenze scientifiche in ambito di energia vitale, una delle quali afferma che «Ogni espressione della materia, ogni pietra, ogni pianta, ogni animale e ogni persona, è pura energia oscillatoria».

E se alla luce delle attuali conoscenze di biofisica interpretiamo la malattia come un deficit energetico, capiamo immediatamente cosa significhi nutrirsi con alimenti vivi e di buona qualità e come sia pure importante condurre una vita semplice e gioiosa; possiamo del resto anche intuire subito quali benefici effetti possiamo trarre da quegli accumulatori naturali di energia che sono l’acqua e il sale.

Un panorama completo di suggerimenti e consigli terapeutici a base di acqua e sale per numerose malattie come bronchite, asma allergica, influenza, otite, eczemi e problemi dermatologici, osteoporosi, artriti, disfunzioni del metabolismo, disturbi femminili, malattie dell’apparto genito-urinario ecc.

Descrizione

Una spiegazione accurata delle geometrie recondite della natura e dei processi bioenergetici che si dispiegano invisibili nella materia.

Gli esempi terapeutici riportati utilizzano l’acqua e il sale per: riacquistare la salute o mantenerla a livello generale; contribuire al proprio benessere; ritrovare il proprio equilibrio psicofisico, ampliare la propria consapevolezza; attingere a una fonte di energia inesauribile.

  • Un’approfondita introduzione al sorprendente mondo dell’acqua e del sale
  • Una miniera di informazioni salutistiche
  • Illustrato con splendide foto a colori.

Come è nato questo libro sull’acqua e sul sale?

Negli ultimi anni moltissime persone hanno partecipato con interesse crescente alle conferenze tenute per informare il grande pubblico delle interazioni naturali e dell’esito della ricerca scientifica sugli elementi naturali “acqua” e “sale”.

I risultati di queste indagini hanno apportato benefici sorprendenti che molti hanno potuto verificare sulla propria salute, e molti di più li hanno visti tradursi in un radicale miglioramento delle loro vite. Nel corso delle conferenze, la naturale semplicità del tema facilitava la comprensione, eppure tante domande rimanevano senza risposta. Paradossalmente, l’antico sapere delle leggi naturali, rimasto per troppo tempo nell’oscurità, sembrava essere troppo nuovo. Nella loro logica spontanea, le domande ancora da porre parevano contenere già la loro risposta, e ciononostante molti sentivano ancora il bisogno di avere delle conferme.

Il libro vuole essere un compagno intelligente e pratico per le persone già iniziate. A chiunque altro si avvicini all’argomento, la lettura non vuole solo trasmettere delle nozioni tecniche, ma piuttosto servire da stimolo per vivere una vita nuova, sana e libera.

Dall’oro bianco al veleno bianco 

Senza sale la vita è impossibile, eppure oggi è diffuso il convincimento che il consumo di sale faccia male alla salute. Questo dipende dal fatto che il nostro sale da cucina, prevalentemente cloruro di sodio, non ha più molti punti di contatto con l’elemento allo stato originario, ossia con ciò che ci serve per vivere. Il sale cristallino allo stato genuino è infatti molto più che cloruro di sodio e racchiude in sé non due ma tutti gli elementi naturali, esattamente gli stessi costituenti del nostro corpo, quelli che furono all’origine della vita nel mare primordiale.

È anche interessante sapere che il nostro sangue è una soluzione idrosalina identica a quella del mare primigenio e che la sua concentrazione è uguale a quella in cui la vita ebbe origine. Questa soluzione circola in un sistema vascolare di oltre 90.000 km di lunghezza grazie alle forze ascensionali e gravitazionali del nostro organismo e ha il compito di riequilibrare e regolare le funzioni corporee.

Come il sale è divenuto cloruro di sodio

Fin dagli albori dell’industrializzazione, 
il sale viene ripulito chimicamente e ridotto a cloruro di sodio. Da allora i minerali e gli oligoelementi essenziali vengono semplicemente considerati delle “impurità” e come tali vengono eliminati. Purtroppo il cloruro di sodio, così isolato e innaturale, non ha più niente a che vedere con la natura, con l’integralità o con il sale genuino. Come nel caso dello zucchero bianco e raffinato, “l’oro bianco” diventa per noi “veleno bianco”.

Eppure non è un caso che tutti gli elementi naturali presenti nell’organismo umano si trovino anche nel sale. Il cloruro di sodio a sé stante è una sostanza aggressivache, dal punto di vista biochimico, cerca un agente equilibrante che gli consenta di mantenere la neutralità, l’equilibrio nel corpo. Ha bisogno, cioè, del suo antagonista naturale per essere attivo.

Antagonisti naturali del cloruro di sodio sono il potassio, il calcio, il magnesio e tutti gli altri minerali e oligoelementi, i quali possiedono quelle specifiche frequenze che garantiscono la costruzione geometrica delle strutture, In assenza di queste geometrie, non riceviamo energia e quindi nemmeno forza vitale. Non è per insaporire che dovremmo assumere il sale, ma per le vibrazioni che contiene e che corrispondono a quelle del nostro corpo.

Come il sale da cucina pesa sul nostro corpo

Malgrado l’assunzione di cloruro di sodio in quantità elevate, la maggior parte delle persone accusa carenza di sale. L’organismo umano richiede un minimo di circa 
0,2 grammi di sale al giorno e appena al di sotto di questa quantità manifesta già i sintomi della cosiddetta “fame di sale”, com’è conosciuta negli animali. In Europa occidentale, il consumo pro capite di sale da cucina mediamente non scende al di sotto dei 12-20 grammi al giorno, mentre i nostri reni sono in grado di eliminarne non più di 5-7 grammi, a seconda dell’età, della costituzione e del sesso.

L’organismo possiede un dispositivo di protezione intelligente che identifica il sale da cucina come un veleno aggressivo per Le cellule e vi individua cioè una sostanza nociva e innaturale da eliminare quanto più presto possibile. È questa la ragione per cui i nostri organi escretori sono costantemente sovraffaticati.

Quasi tutti i prodotti a ‘unga conservazione contengono sale da cucina come conservante e perciò, anche senza aggiungerne altro, ne assumiamo una quantità già superiore a quella che siamo in grado di smaltire. Il corpo tenta di rendere innocuo il sale da cucina in eccesso isolandolo. Il cloruro di sodio viene circondato da molecole d’acqua che lo neutralizzano, ionizzandolo in sodio e cloro. Ciò significa che l’organismo è costretto a sacrificare l’acqua altamente strutturata delle proprie cellule per rendere inoffensivo il cloruro di sodio. Le cellule, così disidratate e private della propria forza vitale, muoiono.

Il nostro organismo demolisce e usa i minerali organici agevolmente.

Ma non il Sale da cucina (Cloruro di Sodio, NaCl): esso è Sodio inorganico, che viene dalla terra, non metabolizzato dai Vegetali, composto per il 40% da Sodio e per il 60% da Cloruro.

Sodio e Cloruro sono assemblati molto saldamente, direi ancor più della colla che usa il falegname, per saldare fra loro delle tavole di legno.

Questo legame fa sì che il Sodio non possa essere liberato agevolmente, in modo da potersi aggiungere alle sostanze alcalinizzanti (Magnesio, Potassio, Calcio, Ferro).

Di contro, il Sale da cucina è talmente simile al Sodio organico da essere scambiato per esso: veicolandosi per il corpo, mistifica così tanto bene la molecola di Sodio organico da non essere riconosciuto, con le conseguenti difficoltà di metabolizzazione, che si possono facilmente immaginare. Esso può restare nel flusso sanguigno così tanto a lungo, da influenzare la pressione che regola l’equilibrio cellulare. Il Cloruro di Sodio, pertanto, si sconsiglia ai pazienti cardiopatici e occorre ridurlo o eliminarlo dal cibo quotidiano.

Insomma per il Sale da cucina, “modus in rebus” (moderazione), ma la totale assenza sarebbe sicuramente meglio.

Gli effetti del consumo di sale da cucina

La conseguenza diretta di questo processo è la formazione di edemi e cellulite da iperacidità.
 Per isolare un grammo di cloruro di sodio che non è in grado di espellere, l’organismo impiega 23 grammi di acqua delle sue stesse cellule. Se il cloruro di sodio è ancora presente in concentrazione eccessiva, esso viene ri-cristallizzato con l’intervento di proteine animali resistenti alla decomposizione, come ad esempio quelle del latte vaccino, che sono prive di valore per il corpo e andrebbero comunque eliminate come acido urico.

Quest’ultimo a sua volta, se non espulso dal corpo, va a combinarsi con il cloruro di sodio che, ri-cristallizzato, si deposita prevalentemente nelle ossa e nelle articolazioni. Ne conseguono malattie reumatiche come la gotta, l’artrosi e l’artrite e anche le calcolosi renali e biliari conseguenti alla combinazione tra cloruro di sodio e acido urico. 

Il processo di ri-cristallizzazione quindi, non è che una soluzione di emergenza implementata dalle cellule e dagli organi per proteggere il corpo dai danni irreparabili che possono derivare da un’alimentazione insensata.

Purtroppo a lungo termine questo processo assume un carattere distruttivo, perché le sostanze nocive rimangono immagazzinate nell’organismo.

La potenza dell’industria chimica

Considerate queste implicazioni, è lecito chiedersi: per quale motivo il sale naturale, così fondamentale per la nostra vita, viene trattato chimicamente e ridotto al veleno che giunge sulle nostre tavole?

La spiegazione è semplice: circa il 93% della produzione mondiale di sale serve direttamente o indirettamente ad applicazioni industriali che richiedono il cloruro di sodio puro, cioè privo di elementi che possano interferire con i processi di trasformazione.

L’industria chimica è riuscita a sfruttare le singolari forze di interazione dei sali in numerose lavorazioni e prodotti, e ciò si è rivelato determinante per il progresso industriale. Il cloruro di sodio viene impiegato per produrre soda, detergenti, vernici, plastica, PVC e tutte quelle materie che ci allontanano sempre di più dalla natura. Il restante 6-7% della produzione di sale viene utilizzato nell’industria alimentare come conservante aggressivo a basso costo, per contrastare il deperimento degli alimenti. Infatti non esiste ormai prodotto alimentare trasformato, sia esso yogurt, pane o prosciutto, senza cloruro di sodio. Per l’industria alimentare questo uso del sale comporta enormi vantaggi, perché in molti casi gli alimenti si conservano anche per anni. Per l’uomo invece le conseguenze possono essere nefaste.

Il sale sulla nostra tavola

Solo una frazione infinitesimale della produzione mondiale di sale entra nelle nostre cucine, come sale di qualità, sale da cucina, sale da tavola o sale alimentare. Campagne pubblicitane intensive cercano di convincere il consumatore che sia salutare aggiungere al sale da cucina degli alogeni altamente tossici quali lo iodio (sotto forma di composti iodati o iodurati).

Il sale da cucina viene spesso anche arricchito con il fluoro, ovvero il più reattivo degli elementi appartenenti al gruppo degli alogeni, che allo stato di gas è di colore giallastro e fortemente irritante. Lo iodio e il fluoro vengono aggiunti artificialmente, il primo perché avrebbe degli effetti benefici sulla tiroide e il secondo perché con la sua azione anticarie difenderebbe la salute dei denti.Eppure i composti che contengono sia iodio che fluoro non fanno che aggravare la tossicità del cloruro di sodio.

La tesi, assolutamente discutibile e confutabile, secondo cui ad esempio la Germania sarebbe un’area carente di iodio, ha intanto avuto la conseguenza di fare sottoporre tutti i cittadini tedeschi, austriaci e svizzeri ad una medicazione forzata a base di iodio. Nel 1995, è stato istituito in Germania l’uso generalizzato dello iodio attraverso quella che è oggi considerata l’azione pubblicitaria di maggiore successo degli ultimi vent’anni. Perciò non sorprende che gran parte della popolazione sia effettivamente convinta che gli alimenti arricchiti artificialmente di iodio, il sale da cucina in primo luogo, siano sani e da preferire.

I risultati scientifici dell’additivazione con iodio e fluoro dovrebbero essere senz’altro ripensati in termini critici. Nel frattempo, il numero delle persone che risentono delle pesanti conseguenze e dei gravi danni apportati alla salute da questi elementi è di gran lunga superiore a quello dei consumatori che ne hanno trovato giovamento. Alcuni scienziati sono persino del parere che l’organismo non sia nemmeno in grado di metabolizzare i composti additivati con iodio e fluoro. Oggi, in genere, gli specialisti del settore addirittura annoverano le nitrosammine tra i cancerogeni più aggressivi, in grado di provocare in modo selettivo tumori a carico di vari organi.

Le sostanze aggiunte agli alimenti, come iodati, fluorurati, tiocianati, acidi clorici, polifenoli e sali metallici, accelerano notevolmente la formazione delle nitrosammine nello stomaco per la reazione di competizione. Lo iodio è al primo posto tra i catalizzatori che concorrono a questa trasformazione, aumentandola addirittura di sei volte. Una ragionevole prevenzione dei tumori dovrebbe imporre l’assoluta astinenza dallo iodio. Il fatto che il Giappone, il paese con la maggiore diffusione di iodio, abbia la più alta percentuale di tumori alla tiroide a livello mondiale (il 25%), è un esempio eloquente.

L’incidenza di questo tipo di neoplasia negli altri paesi diminuisce proporzionalmente al calo del consumo di iodio. Detto in altri termini: meno iodio, meno tumori. Persino l’autorevole rivista tedesca “Òko-Test” ha bollato come “sconsigliati” i composti alogeni organici contenenti iodio, fluoro, bromo e cloro, poiché molte di queste combinazioni sono ritenute allergeniche e cancerogene.

Secondo uno studio effettuato da ricercatori americani, lo iodio aggiunto al sale da cucina sarebbe persino responsabile della diminuzione del liquido seminale nei maschi. Quindi, siate molto critici nei confronti delle affermazioni secondo cui lo iodio aggiunto artificialmente avrebbe effetti benefici per la salute.

Spesso il sale da cucina include anche dei conservanti per i quali non esiste l’obbligo di denuncia, carbonato di calcio, carbonato di magnesio, E 535, E536, E 540, E 550, E 551, E 552, E 553b, E570, E572 e idrossido d’alluminio, i quali servono a migliorare la cospargibilità del sale.

All’alluminio, un metallo leggero che ha la tendenza ad accumularsi nel cervello e che noi assumiamo con gli alimenti preconfezionati e le bibite in lattina, è stata attribuita la responsabilità dell’elevata incidenza del morbo di Alzheimer negli USA. L’alluminio di fatto impedisce alle fibre nervose la sinapsi, interrompendo di conseguenza il flusso del pensiero.

Va ricordato che è proprio il sale contenuto nel nostro corpo ciò che ci permette di pensare. Questo sale contiene tutti gli elementi naturali che malauguratamente i biochimici equiparano ad impurità e conseguentemente eliminano. Per assimilare meglio minerali e oligoelementi abbiamo bisogno di calcio, potassio e magnesio nella loro forma genuina, quella che l’integrità del sale ci mette a disposizione: per il corretto funzionamento del nostro organismo ci serve il sale nella sua pienezza, completo di tutti gli elementi naturali.

(Fonte: Dott.ssa B.Hendel; Peter Ferreira: Acqua&Sale, inesauribile fonte di vita, Ina Verlags, Baar, Svizzera, 2001)

Informazioni aggiuntive

Peso 1 g
Dimensioni 20 × 15 × 2 cm

Recensioni

Ancora non ci sono recensioni.

Recensisci per primo “Acqua e Sale”