L’olio di CBD è una ricca fonte di cannabinoidi vegetali che possono aiutare a sostenere il corpo del tuo animale domestico e ritrovare il suo equilibrio interno incoraggiando un generale senso di benessere.
Un articolo del 2020, a firma Giorgia della Rocca e Alessandra di Salvo, analizza la storia della canapa (Cannabis sativa), una pianta dagli infiniti impieghi con una storia di alterne fortune.
Ovviamente gran parte della trattazione riguarda gli impieghi terapeutici in medicina veterinaria, ma anche in ambito nutrizionale questa pianta riserva molte sorprese…
Canapa, un po’ di storia
La Canapa è una pianta angiosperme della famiglia delle Cannabaceae, la cui coltivazione è iniziata secoli fa. È sempre stata sfruttata in quasi tutte le sue parti: per la carta, i tessuti, le corde, i biocomposti per l’ottimo potere isolante, il carburante, la plastica biodegradabile, i detergenti antibatterici.
Non solo. Dalla Canapa si ottengono prodotti alimentari, come farina, oli, semi, tisane e birra, mentre i fiori sono sempre stati usati per i loro effetti curativi, oltre agli scopi ricreativi per gli effetti psicotropi.
Cosa contiene la Canapa?
La cannabis contiene quasi 500 composti chimici. Fitocannabinoidi, terpeni, flavonoidi, aminoacidi, acidi grassi, vitamine e macro e microelementi, solo per dirne alcuni.
Canapa e nutrizione animale
Quando viene utilizzata come fonte di cibo la Canapa ha eccellenti proprietà nutritive e nutraceutiche, dovute principalmente all’alto contenuto di acidi grassi polinsaturi (soprattutto quelli appartenenti alla serie Omega-3). Ma anche per i composti fenolici, che sembrano efficaci nella prevenzione di malattie comuni: disturbi gastrointestinali,
malattie neurodegenerative, cancro.
Per molto tempo questa pianta è stata un’importante fonte di cibo per la nostra e per altre specie, dal momento che i semi e la farina di semi sono ottime fonti di olio, fibre e proteine.
Negli anni ’30 il divieto di coltivazione di tutte le varietà di Cannabis ne ha interrotto la diffusione come alimento.
Negli ultimi vent’anni però, grazie ai cambiamenti legislativi, la Canapa con un contenuto di THC inferiore allo 0,2% è stato rivalutata sia per uso industriale che come cibo, sia per noi che per gli animali domestici.
In generale, con differenze legate alle differenti cultivar, sia semi che farina di semi sono ricchi di proteine, oli polinsaturi, vitamine e minerali.
Secondo il parere scientifico dell’EFSA i semi di canapa e le farine potrebbero essere utilizzate come materie prime per mangimi per tutte le specie animali, ovviamente con differenze specie-specifiche per quanto riguarda la percentuale di inclusione nella dieta
I semi
Il seme intero contiene circa 20-25% di proteine, 25–35% di carboidrati (con il 10–15% di fibre insolubili), 25–35% di olio da spremitura a freddo o per estrazione, vitamine, e minerali.
Le due proteine principali nei semi sono edestina e albumina. Entrambe hanno quantità significative di tutti gli amminoacidi essenziali.
Inoltre, i semi contengono arginina e acido glutammico a livelli molto elevati, così come buone quantità degli amminoacidi contenenti zolfo metionina e cistina.
L’olio
L’olio ottenuto dai semi contiene fino al 90% di acidi grassi polinsaturi (PUFA) ed è caratterizzato da grandi quantità dei due acidi grassi essenziali (EFA) acido linoleico e acido alfa-linoleico (ALA), con un rapporto ottimale tra Omega-6 e Omega-3 (3,5:1).
L’olio di semi di canapa tende anche a contenere elevate quantità di metaboliti di LA e ALA, come l’acido gamma-linolenico (GLA) e l’acido stearidonico (SDA). Anche se questi metaboliti non sono considerati EFA, la loro integrazione nella dieta può essere molto utile.
La farina
A seguito della rimozione della frazione lipidica dai semi si ottiene la farina di canapa.
La farina ha un importante contenuto proteico (fino al 40%) e una quantità ridotta di lipidi (10–11%).
Conclusione
Sono stati fatti e sono in corso molti studi e ricerche sull’impiego dei prodotti della Canapa in nutrizione e nutraceutica per molte specie animali, in particolare da allevamento, con risultati senz’altro incoraggianti.
Gli studi in generale indicano che i semi e i loro derivati possono essere inclusi nelle diete degli animali allevati come una buona fonte di proteine grezze e grassi essenziali, senza particolari alterazioni della performance di crescita.
Senza dimenticare le proprietà nutraceutiche della Cannabis, tra cui una riduzione del tasso di deformazione della tibia nei polli e nelle galline, un miglioramento del profilo lipidico, un effetto protettivo sullo sviluppo di malattie del fegato, un’attività antimicrobica e la promozione di un sistema antiossidante e di un’attività antinfiammatoria.
Si tratta di risultati preliminari che richiedono ulteriore approfondimento, ma è innegabile che si tratti di una pianta versatile dalle enormi potenzialità, sia per noi che per gli altri animali.
1 Hemp in Veterinary Medicine: From Food to Drug, G. della Rocca et A. di Salvo, Frontiers in Veterinary Science, 28 July 2020
Fonte: dott.ssa Cinzia Ciarmatori, DMV, GPCert(ExAP)