Da circa venti anni, il Maitake è oggetto di attenti studi da parte della comunità scientifica. Il suo alto contenuto in beta glucani giustifica i suoi importanti effetti immunologici.
E’ uno dei funghi più usati nella terapia delle neoplasie sia per le sue proprietà di stimolo diretto sulla funzione dei macrofagi, che per la sua azione citotossica specifica nei confronti delle cellule neoplastiche, oltre che per la straordinaria assorbibilità dei sui principi attivi.
Il fungo è ampiamente usato anche in funzione preventiva per il suo effetto anti metastatico ed esercita comunque una intensa attività antineoplastica legata tra l’altro, all’inibizione della glicosilazione, un enzima detossificante vitale per la cellula.
Il blocco di questo enzima porta all’accumulo di Metylglyoxal che agisce come tossico letale sulle cellule neoplastiche.
AZIONE IPOLIPEMIZZANTE ED ANTI OBESITA’
La somministrazione di Maitake, stando a recenti lavori scientifici soprattutto giapponesi e statunitensi, antagonizza l’incremento della lipemia in risposta agli eccessi dietetici e contrasta l’accumulo di lipidi a livello epatico in particolare e viscerale in generale.
L’effetto del fungo persiste a lungo e porta ad una stabilizzazione in particolare dei livelli di HDL che normalmente tendono a decrescere in caso di dieta ricca di grassi. Anche i livelli di trigliceridi vengono favorevolmente influenzati dall’assunzione del fungo. Gli studi sull’animale ma anche sui pazienti, attribuiscono al Maitake la capacità di contrastare l’aumento di peso e l’accumulo di grasso corporeo.
AZIONE SU LIVELLI GLICEMICI IN GENERALE E SUL DIABETE SENILE IN PARTICOLARE
Per quanto riguarda un altro degli aspetti della Sindrome Metabolica, almeno due importanti studi scientifici confermano anche l’uso già tradizionale del fungo Maitake nel diabete senile. Il meccanismo d’azione della frazione X del fungo è quello di attivare i recettori cellulari per l’insulina, contrastando quindi quella iposensibilità all’ormone pancreatico che condiziona l’espressione del diabete senile stesso.
Sono recentemente emerse delle ulteriori interessanti proprietà del fungo che sembra utile anche in pazienti sofferenti di ipoglicemia e stanchezza.
L’assunzione di Maitake è stata correla, in questi pazienti, con aumento di energia e diminuzione del desiderio di dolci. Il fungo ha quindi un effetto di stabilizzazione generale sul metabolismo glucidico.
AZIONE ANTI IPERTENSIVA
Tutta una serie di studi sull’animale da esperimento suggeriscono un importante effetto anti ipertensivo da parte del Maitake, attribuibile alla sua frazione ES. In particolare una dieta supplementata con questo fungo ha effetto di prevenire lo sviluppo di ipertensione arteriosa nell’animale predisposto.
L’azione del fungo si manifesta anche nell’animale già affetto dalla patologia ed antagonizza gli effetti degenerativi, istologicamente documentabili, quali la necrosi della muscolatura vasale. Dati sperimentali parrebbero dimostrare un’influenza del fungo sul sistema Renina-Angiotensina.
CONCLUSIONI
Il Maitake o Grifola frondosa è indubbiamente uno dei più interessanti, studiati ed efficaci funghi terapeutici, tramandatoci dalla millenaria tradizione della medicina giapponese ma verificato, nella sua efficacia, con rigore e scientificità moderni. Si è molto, in questi anni, focalizzata l’attenzione sugli effetti anti neoplastici, anti metastatici ed anti virali, di questo fungo, forse non evidenziando sufficientemente le sue straordinarie proprietà in ambito metabolico. E’ ormai appurato che questo fungo terapeutico può favorevolmente influenzare almeno quattro parametri clinici importanti per la prevenzione cardiovascolare, tutti coinvolti anche nella genesi della correlata sindrome metabolica. Tali parametri sono: il livello glicemico, il tasso di colesterolo, il peso corporeo e la pressione sistolica
La modalità di impiego più pratica ed efficace del fungo, nella sindrome metaboliche e nelle patologie ad essa correlate, è quella delle capsule contenenti la polvere del fungo intero, ovvero della sostanza naturale contenente tutte le frazioni biochimiche farmacologicamente attive. Il dosaggio usuale è di 300mg, ovvero 1 capsula, durante ognuno dei 3 pasti, nei casi di sindrome metabolica conclamata.
Per constatare effetti sui parametri laboratoristici, il fungo deve essere assunto per almeno tre mesi. La posologia deve essere almeno raddoppiata in caso di patologie neoplastiche e ridotta ad 1 capsula durante i pasti principali, nella prevenzione degli effetti di eccessi di libagioni.