Il benessere globale, raggiunto in modo non invasivo e incruento, è una tematica che sta sempre più ottenendo il favore del pubblico e che presenta un numero crescente di interessati fruitori.
E’sufficiente cercare con un qualsiasi motore di ricerca la parola “cura alternativa” per rendersi conto di quanto alta sia la richiesta per avere risposte alle mille situazioni difficili che la vita complessa dei paesi cosiddetti “industrializzati” impone.
Un’indagine ISTAT di qualche hanno fa “Condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari 1999-2000” aveva messo in risalto il ricorso significativo alle cosiddette “terapie alternative” di un numero crescente di persone evidenziando l’elevato livello di soddisfazione di chi ha sperimentato le terapie non convenzionali: “quasi il 70% di coloro i quali hanno fatto uso dei diversi approcci terapeutici dichiara di averne avuto dei benefici. I più soddisfatti gli utenti dei trattamenti manuali (ben il 77,6%), il 17,7% dichiara di aver avuto benefici solo parziali e soltanto il 3,3 % ritiene di non avere avuto alcun beneficio.
Elevata anche la percentuale di soddisfatti tra coloro che hanno fatto uso di fitoterapia (74,6% di soddisfatti contro 18,8% di chi dichiara benefici solo parziali). Poco più basse le percentuali per ciò che riguarda l’omeopatia (72,9% di soddisfatti contro 18,5% di persone che dichiarano benefici solo parziali)”.
Se ci si addentra nelle infinite proposte di cura alternativa alla malattia più temuta, il cancro, ci si perde in un’infinità di tentativi che nell’insieme fanno intuire, comunque, il fallimento di anni di ricerca cosiddetta ”ufficiale” e lasciano sbalordito il lettore che rischia di sentirsi disorientato e incapace di capire quale sia le giusta strada.
Come sempre la verità non sta mai da una parte sola e più che di terapie alternative in contrapposizione a quelle ufficiali, si comincia finalmente a parlare di complementarietà di cura. Un recente articolo (21 luglio 2009) apparso sul corriere della sera, confermando il dato che quasi l’80 per cento dei pazienti malati di cancro richiede trattamenti complementari, riporta un’apertura significativa degli oncologi italiani a cure integrate convinti che “…queste sostanze (naturali) possono avere effetti positivi per i malati, soprattutto per controllare alcuni effetti collaterali indotti dalle cure”.
“Così l’ospedale di Merano fa il primo passo: fornirà servizi ambulatoriali di agopuntura, osteopatia, fitoterapia e omeopatia ai pazienti oncologici. Il progetto (approvato dalla giunta provinciale nel gennaio 2009) avrà la durata sperimentale di due anni e, in caso di successo, potrà essere esteso anche ad altre strutture sanitarie della Regione.
La sperimentazione trentina risponderebbe così alle richieste dei pazienti oncologici, visto che – secondo le stime disponibili – già oggi l’80 per cento ricorre a questi trattamenti rivolgendosi a strutture private”.
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